Il nuovo singolo del progetto solista di Damon Arabsolgar si chiama “Erbivoro“. Un singolo potente che non abbraccia i canoni tradizionali, 6 minuti di pura poesia.
“Erbivoro” nasce dopo un incontro, un confronto, una narrazione da parte di Damon che continua a mettersi a nudo dopo il suo debutto con “Nitida“, brano pubblicato a novembre: una canzone d’amore scritta durante l’inizio di una separazione, un tentativo inconsapevole di imprimere un’istantanea, lasciare una traccia del sentimento per cui valeva la pena lottare per tenere tutto insieme.
Damon continua così a svelarsi con “Erbivoro“, un nuovo invito a sentirsi liberi, a pensare fuori dagli schemi, sentirsi vivi fino ad esaurirsi, bruciare bruciare, non credere a chi ti dice di rimanere fermo, che è meglio non rischiare. Un nuovo anticipo di un disco di quella che sarà un’autobiografia musicale, indossando una veste sinora inedita che si compone di fragilità e vulnerabilità sussurrate, lontano dall’immagine impattante a cui ci avevano abituato i Mombao. “Erbivoro” ci invita ad abbandonare l’intento di fare previsioni, anticipare il futuro, cercare di evitare i rischi, meglio invece rischiare per i propri sogni, sentirsi vivi mentre si impara a galleggiare su e giù fra le onde, prendersi la vita e mangiarsela tutta fino in fondo.
“Erbivoro” poggia le sue fondamenta su una presa diretta pianoforte e batteria, suonata e prodotta da Damon Arabsolgar e Giacomo Carlone. I cori sono stati scritti e cantati in un momento di pura magia e gioia di vivere da Guinevere, guardando dall’alto le colline della Magona. L’assolo finale è di Pietro Fornara, un urlo di libertà e rabbia che gli è uscito dal petto, giù per le dita, solo chi sa cosa vuol dire sentirsi in gabbia sa davvero cosa vuol dire sentirsi liberi.
CI HA STREGATI, VOTO: 9
DRINK DA ABBINARE: UNA BOTTIGLIA DI NEBBIOLO